stefi84
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« Risposta #30 inserito:: Giugno 12, 2016, 19:35:40 » |
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a chi ha voglia di andarsene dato lo schifo del recapito (e sarà sempre peggio) a chi ha voglia di andarsene dato che lavori lontano da casa e di avvicinarsi non se ne parla a chi ha voglia di andarsene per i figli piccoli o per situazioni famigliari che non invidio di sicuro a chi ha voglia, perché no, di ricominciare da capo
l'azienda non sa il motivo x cui il collega citata ha chiesto..... lo sa lei e altri ma non i vertici.... avrebbero dovuto prendere la palla al balzo dato che qua si ha una gran voglia di ridurre i numeri di matricola sul libro paga!!
Volevo dire, Tatola, che l'azienda non ha interesse a farlo perché diversi colleghi esasperati dalla situazione lavorativa (che non è rose e fiori per tutti) se ne andranno anche senza incentivi. Io vedo un fuggi fuggi generale.
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fabio86
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« Risposta #31 inserito:: Aprile 15, 2018, 07:38:32 » |
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95000 lordi
ma davvero danno 95000 euro per licenziarsi?
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Benito28
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« Risposta #32 inserito:: Aprile 16, 2018, 16:26:18 » |
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Un attimo, non facciamo confusione e disinformazione: licenziarsi significa presentare dimissioni volontarie e in questo caso non si ha diritto ad un bel niente... Esiste invece la possibilità dell'accordo consensuale, in base al quale solitamente l'azienda offre una certa somma al dipendente che intende andare via prima del previsto.
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"Quando si suona della buona Musica la gente non ascolta e quando si suona della cattiva musica la gente non parla. Non parlo mai quando vi è Musica, se è buona. A chi ode cattiva musica incombe il dovere di soffocarla sotto la conversazione." [Oscar Wilde]
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gianni il vecchio
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« Risposta #33 inserito:: Aprile 16, 2018, 18:25:28 » |
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Un attimo, non facciamo confusione e disinformazione: licenziarsi significa presentare dimissioni volontarie e in questo caso non si ha diritto ad un bel niente... Esiste invece la possibilità dell'accordo consensuale, in base al quale solitamente l'azienda offre una certa somma al dipendente che intende andare via prima del previsto.
che sarebbe quello che guadagni per gli anni che te ne vai, ovvero, mettiamo che ti manchino tre anni alla pensione e che guadagni 30000 euro all'anno lordi , loro ti danno 30000 ma ti devi pagare i contributi, se vuoi una pensione piena, se no ti tieni quello che ti danno ma la pensione sarà più modesta. i 95 sono il massimo che tirano fuori. ovvero se dai tuoi calcoli dovrebbero darti 110000 non te ne daranno più di 95. questo io so. in tutti i casi tecnicamente ti devi licenziare e la pensione la prenderai quando la dovrai prendere.
in poche parole se vai via tre anni prima del tempo starai per tre anni senza stipendio e senza pensione.
più o meno è cosi.
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Benito28
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« Risposta #34 inserito:: Aprile 16, 2018, 21:13:17 » |
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che sarebbe quello che guadagni per gli anni che te ne vai, ovvero, mettiamo che ti manchino tre anni alla pensione e che guadagni 30000 euro all'anno lordi , loro ti danno 30000 ma ti devi pagare i contributi, se vuoi una pensione piena, se no ti tieni quello che ti danno ma la pensione sarà più modesta. i 95 sono il massimo che tirano fuori. ovvero se dai tuoi calcoli dovrebbero darti 110000 non te ne daranno più di 95. questo io so. in tutti i casi tecnicamente ti devi licenziare e la pensione la prenderai quando la dovrai prendere.
in poche parole se vai via tre anni prima del tempo starai per tre anni senza stipendio e senza pensione.
più o meno è cosi.
Più o meno è così, ma non esattamente. Non si tratta di licenziamento dovuto a dimissioni volontarie, anche perchè in tal caso non esiste l'incentivo. Chi si dimette e quindi si licenzia non ha diritto a un bel niente, eccetto il TFR decurtato, ovviamente, della tassazione. L'accordo consensuale è una cosa ben diversa, alla quale possono accedere anche i dipendenti con pochi anni di servizio e contribuzione. Sono scelte personali, ovviamente ognuno si regola in base alle personali condizioni, ma di certo l'azienda non impedisce di lasciare il lavoro A CHI preferisce farlo prima del raggiungimento dell'età e della contribuzione prevista dalla legge della beccamorti che tutti conosciamo
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gianni il vecchio
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« Risposta #35 inserito:: Aprile 17, 2018, 08:54:27 » |
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ma deve essere ben chiaro. è un licenziamento. volontario o consensuale sempre di licenziamento si parla.
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Benito28
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« Risposta #36 inserito:: Aprile 17, 2018, 09:52:05 » |
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ma deve essere ben chiaro. è un licenziamento. volontario o consensuale sempre di licenziamento si parla.
Per me è chiarissimo, non per te, forse. Molte aziende, tra cui Posteitaliane nel tentativo di evitare lunghe e imprevedibili vertenze, si danno disponibili ad un accordo che preveda l'erogazione di un incentivo all'esodo contro l'impegno del lavoratore a non impugnare il licenziamento. La risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, con o senza incentivo all'esodo, è uno dei metodi con cui s'interrompe un rapporto di lavoro così come lo sono le dimissioni, il licenziamento e la scadenza di un contratto a termine. Ma non è la stessa cosa. Se un lavoratore si dimette e quindi si licenzia volontariamente non ha diritto ad alcun incentivo
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« Risposta #37 inserito:: Aprile 17, 2018, 09:55:10 » |
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. i 95 sono il massimo che tirano fuori. ovvero se dai tuoi calcoli dovrebbero darti 110000 non te ne daranno più di 95. questo io so.
Sarebbero circa 110.000 tasse escluse... Ovviamente applicando la tassazione si arriva intorno ai 90.000
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fabio86
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« Risposta #38 inserito:: Aprile 17, 2018, 16:03:32 » |
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Un attimo, non facciamo confusione e disinformazione: licenziarsi significa presentare dimissioni volontarie e in questo caso non si ha diritto ad un bel niente... Esiste invece la possibilità dell'accordo consensuale, in base al quale solitamente l'azienda offre una certa somma al dipendente che intende andare via prima del previsto.
si ma come funziona questo accordo consensuale, sono loro che chiamano e propongono oppure un dipendente può richiederlo in qualche modo?
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« Risposta #39 inserito:: Aprile 18, 2018, 07:02:36 » |
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Chiamano loro quelli che hanno determinate caratteristiche di età e contribuzione. Poi uno può farsi avanti
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gianni il vecchio
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« Risposta #40 inserito:: Aprile 18, 2018, 16:18:12 » |
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Per me è chiarissimo, non per te, forse. Molte aziende, tra cui Posteitaliane nel tentativo di evitare lunghe e imprevedibili vertenze, si danno disponibili ad un accordo che preveda l'erogazione di un incentivo all'esodo contro l'impegno del lavoratore a non impugnare il licenziamento. La risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, con o senza incentivo all'esodo, è uno dei metodi con cui s'interrompe un rapporto di lavoro così come lo sono le dimissioni, il licenziamento e la scadenza di un contratto a termine. Ma non è la stessa cosa. Se un lavoratore si dimette e quindi si licenzia volontariamente non ha diritto ad alcun incentivo
e come si interrompe un rapporto di lavoro? con un licenziamento, cioè con lasciare il lavoro, è ovvio che se è consensuale non sarà mai come un cacciato o un cambio volontario di lavoro, ma sempre di licenziamento si tratta. ti chiameranno negli uffici della confindustria e firmerai per andare via un foglio di licenziamento. se non è cosi chiedi a chi lo ha già fatto.
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albus
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« Risposta #41 inserito:: Aprile 19, 2018, 07:53:05 » |
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credo che tecnicamente in questi casi si parli di "risoluzione consensuale" in quanto sia il datore di lavoro che il lavoratore concordano sulla volontà di concludere il rapporto di lavoro. Il ricorso infatti a questo istituto è comune nei processi di riorganizzazione o di ristrutturazione aziendale. Sia per le dimissioni che per la risoluzione consensuale, l'ordinamento attualmente in vigore al fine di combattere il fenomeno delle cd. dimissioni in bianco, ha introdotto (legge n. 92/2912), l’obbligo di "convalida", introducendo una apposita disciplina (art.26 DLgs 151/2015) che va eseguita solo ed esclusivamente con modalità telematiche su appositi moduli resi disponibili dal ministero del lavoro e delle politiche sociali attraverso il sito www.lavoro.gov.it e trasmessi al datore di lavoro e alla direzione territoriale del lavoro competente secondo le modalità individuate dal ministero del lavoro (decreto del ministro del lavoro e delle politiche sociali 15/12/2015 in vigore dal 12 gennaio 2016). Il lavoratore può adempiere alla convalida del recesso dal contratto direttamente o facendosi assistere da un soggetto abilitato (es. rappresentante sindacale). Si può derogare a questa disciplina di convalida in caso di risoluzioni consensuali e dimissioni disposte nelle cd. "sedi protette" (in questo caso sarà un funzionario della sede protetta ad espletare le procedure di convalida telematica) Le sedi protette, cui fa riferimento la normativa sono: - sede sindacale - direzione territoriale del lavoro; Presso la direzione territoriale del lavoro possono avvenire diverse risoluzioni consensuali tra cui, appunto, accordi sottoscritti con presentazione delle dimissioni a fronte di un compenso a titolo di incentivo all’esodo. Il vantaggio per il datore di lavoro è rappresentato dall’assenza del diritto di ripensamento che il lavoratore potrebbe esercitare nei sette giorni successivi all’inoltro del modello telematico.
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albus
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« Risposta #42 inserito:: Aprile 19, 2018, 07:56:18 » |
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... ti chiameranno negli uffici della confindustria e firmerai per andare via un foglio di licenziamento. se non è cosi chiedi a chi lo ha già fatto.
in Confindustria credo che vadano a firmare solo i dirigenti e i quadri assisititi da federmanager...
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« Risposta #43 inserito:: Aprile 19, 2018, 08:38:45 » |
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e come si interrompe un rapporto di lavoro? con un licenziamento, cioè con lasciare il lavoro, è ovvio che se è consensuale non sarà mai come un cacciato o un cambio volontario di lavoro, ma sempre di licenziamento si tratta. ti chiameranno negli uffici della confindustria e firmerai per andare via un foglio di licenziamento. se non è cosi chiedi a chi lo ha già fatto.
Ma scusa, stai sempre a polemizzare senza sapere un cazzo ? Non ho bisogno di chiedere nulla perchè sono informatissimo sulla normativa, forse dovresti documentarti meglio tu e non sparare ad cazzum, come al solito.
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« Risposta #44 inserito:: Aprile 19, 2018, 08:41:49 » |
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credo che tecnicamente in questi casi si parli di "risoluzione consensuale" in quanto sia il datore di lavoro che il lavoratore concordano sulla volontà di concludere il rapporto di lavoro. Il ricorso infatti a questo istituto è comune nei processi di riorganizzazione o di ristrutturazione aziendale. Sia per le dimissioni che per la risoluzione consensuale, l'ordinamento attualmente in vigore al fine di combattere il fenomeno delle cd. dimissioni in bianco, ha introdotto (legge n. 92/2912), l’obbligo di "convalida", introducendo una apposita disciplina (art.26 DLgs 151/2015) che va eseguita solo ed esclusivamente con modalità telematiche su appositi moduli resi disponibili dal ministero del lavoro e delle politiche sociali attraverso il sito www.lavoro.gov.it e trasmessi al datore di lavoro e alla direzione territoriale del lavoro competente secondo le modalità individuate dal ministero del lavoro (decreto del ministro del lavoro e delle politiche sociali 15/12/2015 in vigore dal 12 gennaio 2016). Il lavoratore può adempiere alla convalida del recesso dal contratto direttamente o facendosi assistere da un soggetto abilitato (es. rappresentante sindacale). Si può derogare a questa disciplina di convalida in caso di risoluzioni consensuali e dimissioni disposte nelle cd. "sedi protette" (in questo caso sarà un funzionario della sede protetta ad espletare le procedure di convalida telematica) Le sedi protette, cui fa riferimento la normativa sono: - sede sindacale - direzione territoriale del lavoro; Presso la direzione territoriale del lavoro possono avvenire diverse risoluzioni consensuali tra cui, appunto, accordi sottoscritti con presentazione delle dimissioni a fronte di un compenso a titolo di incentivo all’esodo. Il vantaggio per il datore di lavoro è rappresentato dall’assenza del diritto di ripensamento che il lavoratore potrebbe esercitare nei sette giorni successivi all’inoltro del modello telematico. Ecco, perfetto. Si, il termine giuridico esatto è proprio risoluzione consensuale. Spero che ora finalmente il Gianni abbia capito 
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« Risposta #45 inserito:: Aprile 19, 2018, 08:44:33 » |
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in Confindustria credo che vadano a firmare solo i dirigenti e i quadri assisititi da federmanager... No, qualsiasi dipendente di qualunque livello
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« Risposta #46 inserito:: Aprile 19, 2018, 11:09:06 » |
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No, qualsiasi dipendente di qualunque livello
sei sicuro che sia così? in questo caso in che modo confindustria si configura come "sede protetta"? escluso che possa essere una direzione territoriale del lavoro, è una sede sindacale ? (e per quali sindacati)
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« Risposta #47 inserito:: Aprile 19, 2018, 11:12:02 » |
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Siccome Poste Italiane e' iscritta Confindustria, l'accordo di ritiene valido anche perche' esistono tutte le controparti necessarie a validare questo tipo di accordo ovvero datore di lavoro, lavoratore ed OO.SS.
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« Risposta #48 inserito:: Aprile 19, 2018, 11:35:51 » |
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sei sicuro che sia così? in questo caso in che modo confindustria si configura come "sede protetta"? escluso che possa essere una direzione territoriale del lavoro, è una sede sindacale ? (e per quali sindacati)
Sicurissimo, infatti si va a firmare sia presso Confindustria che presso la Dir Terr Lavoro 
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« Risposta #49 inserito:: Aprile 19, 2018, 11:36:44 » |
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Siccome Poste Italiane e' iscritta Confindustria
Esatto 
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« Risposta #50 inserito:: Aprile 19, 2018, 11:41:37 » |
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Esatto  grazie per la vostra risposta, faccio un po' di domande per cercare di orientarmi e capire. mi sfugge il nesso confindustria - sede protetta, solo in quese due sedi: -sede sindacale -direzione territoriale del lavoro vale infatti il principio della deroga alla norma sulla disciplina di convalida. confindustria verrebbe considerata, ai fini dell'applicazione della normativa, sede sindacale? (non mi sembra infatti che possa essere considerata come direzione territoriale del lavoro) perchè alcuni firmano in confindustria e alcuni all'ispettorato del lavoro?
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« Ultima modifica: Aprile 19, 2018, 11:54:57 da albus »
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« Risposta #51 inserito:: Aprile 19, 2018, 11:53:54 » |
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« Risposta #52 inserito:: Aprile 19, 2018, 12:02:45 » |
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conosco l'articolo ...  anche perhè l'ho postato io proprio qui ("Quei 15.000 con lo scivolo")lo scorso marzo : http://www.mondoposte.it/smf/index.php?topic=15172.msg223086#msg223086 alla pagina da te indicata parla appunto di associazioni sindacali e direzione territoriale del lavoro che sono le "sedi protette". ora chiariscimi per favore in che modo confindustria può essere considerata sede sindacale e se si per quali sigle sindacali
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« Ultima modifica: Aprile 19, 2018, 12:04:13 da albus »
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« Risposta #53 inserito:: Aprile 19, 2018, 12:06:08 » |
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Scusa non avevo visto che lo avevi postato, secondo me e' una deroga che viene fatta ed accettata dalla DRL , quello che conta maggiormente e' il secondo passaggio in quella sede, dalla mia esperienza vale per tutte le sigle in quanto per i non iscritti viene scelto il primo sindacato con un delegato libero quella mattina (almeno succede cosi' da me in Liguria).
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« Risposta #54 inserito:: Aprile 19, 2018, 12:21:36 » |
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Scusa non avevo visto che lo avevi postato, secondo me e' una deroga che viene fatta ed accettata dalla DRL , quello che conta maggiormente e' il secondo passaggio in quella sede, dalla mia esperienza vale per tutte le sigle in quanto per i non iscritti viene scelto il primo sindacato con un delegato libero quella mattina (almeno succede cosi' da me in Liguria).
quindi, in buona sostanza, confindustria verrebbe considerata alla stregua di una "succursale" della direzione territoriale del lavoro? hai quindi esperienza diretta di dipendenti non dirigenti che hanno effettuato la risoluzione consensuale in confindustria? grazie
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« Risposta #55 inserito:: Aprile 19, 2018, 15:29:40 » |
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Più della DTL direi della sede della sigla sindacale perche' come detto prima il passaggio presso la Direzione va comunque fatto, per il resto ti posso dire che e' da piu' di dieci anni che vedo questi accordi, ultimamente si sono intensificati, ogni giorno c'e' un lungo via vai presso la Confindustria, addirittura l'altro giorno c'erano 4 colleghi a firmare, piu' altri 4 di un CST che hanno ricevuto arretrati di dieci anni per competenze non riconosciute per una bella cifra (ti posso dire che e' stata tassata al 41% anche se in sede di conguaglio qualcosa si recupererà) per cui l'azienda ha transato.
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« Risposta #56 inserito:: Aprile 19, 2018, 15:58:41 » |
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hai quindi esperienza diretta di dipendenti non dirigenti che hanno effettuato la risoluzione consensuale in confindustria? grazie
Me compreso almeno una decina nel CDM dove ho lavorato
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« Risposta #57 inserito:: Aprile 19, 2018, 16:01:37 » |
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Più della DTL direi della sede della sigla sindacale perche' come detto prima il passaggio presso la Direzione va comunque fatto, per il resto ti posso dire che e' da piu' di dieci anni che vedo questi accordi, ultimamente si sono intensificati, ogni giorno c'e' un lungo via vai presso la Confindustria, addirittura l'altro giorno c'erano 4 colleghi a firmare, piu' altri 4 di un CST che hanno ricevuto arretrati di dieci anni per competenze non riconosciute per una bella cifra (ti posso dire che e' stata tassata al 41% anche se in sede di conguaglio qualcosa si recupererà) per cui l'azienda ha transato.
Esatto, Confindustria viene considerata sede protetta in luogo della sede sindacale.
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« Risposta #58 inserito:: Aprile 19, 2018, 16:04:10 » |
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hai quindi esperienza diretta di dipendenti non dirigenti che hanno effettuato la risoluzione consensuale in confindustria?
Ti garantisco che è così . Abbandona pure la tua diffidenza e incredulità 
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« Risposta #59 inserito:: Aprile 19, 2018, 18:22:21 » |
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scusate ma io continuo a non capire....non parlo di chi è a poco dalla pensione....se io lavoro in poste da 5-10 anni e adesso c'è la riorganizzazione come faccio a proporre la risoluzione consensuale all'azienda per prendere questi soldi??? che poi quanto sarebbero 10-20 mila?
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